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10 ottobre 2022

Il cibo e il viaggio inaspettato nei ricordi

“I piatti diventano degli sguardi inaspettati sulle esperienze personali degli chef”

Viaggiare è vivere e sperimentare, aprirsi verso l’inaspettato, muoversi tra culture e vite diverse. Nel mondo culinario, il viaggio è indissolubilmente legato alla creatività di uno chef, i cui sensi diventano ricettacolo di ricordi legati al cibo, collezionando ogni odore, sapore ed emozione, ed esprimendoli attraverso le pietanze. L’idea stessa alla base della cucina creativa e giocosa di Gucci Osteria è sempre stata quella di catturare la tradizione culinaria italiana, paese nativo della Maison Gucci e della prima Gucci Osteria da Massimo Bottura, e di farsi intermediaria tra le culture, riflettendo le diverse identità degli chef e l’ambiente attorno a loro.

 

Da Firenze a Tokyo, da Seoul a Beverly Hills, i piatti di ogni Gucci Osteria sono quindi un invito a viaggiare attraverso le esperienze personali degli chef, un viaggio le cui radici si ritrovano spesso in Italia, ma che si diramano in tutto il mondo. “Il nostro intero menù è un viaggio: portiamo gli ospiti attorno al mondo con noi, Messico, Giappone, Singapore… Intraprendono un viaggio attraverso i nostri ricordi e le nostre più importanti esperienze vissute amici e famiglia”, affermano Karime López e Takahiko Kondo, Co-Executive Chef di Gucci Osteria Firenze.

 

Per gli chef-viaggiatori, il cibo diventa una questione personale. Essere lontani da casa è ciò che li avvicina ancora di più ad essa, facendo della nostalgia una “chiave critica” nella creazione di piatti che si collegano al loro passato. Per esempio, nel piatto Risotto Camouflaged as Pizza di Gucci Osteria Beverly Hills (in italiano, “Risotto travestito da pizza”), lo Chef italiano Mattia Agazzi combina tecniche apprese nei suoi viaggi, trasformando un iconico piatto della cucina italiana, la pizza, in un altro, il risotto. È un piatto che si rivolge all’audience internazionale di Beverly Hills, ma allo stesso tempo richiama la sua casa, l’Italia. A Tokyo, invece, lo Chef Antonio Iacoviello rende omaggio a suo padre attraverso il piatto The Parmigiana that Wants to Become a Ramen, (in italiano “La parmigiana che vuole diventare ramen”) in cui la parmigiana di melanzane incontra lo spaghetto aglio, olio e peperoncino, serviti con un brodo fermentato di melanzane giapponesi.

 

Attraverso l’esperienza del viaggio, gli chef creano i loro piatti, introducendo costantemente nuove scoperte e, allo stesso tempo, attingendo al loro personale repertorio del gusto. “Attraverso il viaggio i nostri chef hanno potuto incontrare nuove culture, persone, storie, arti, antichi architetti e nuovi ingredienti che hanno ispirato e continuano a stimolare la loro creatività”, affermano gli Chef Davide Cardellini e Hyungkyu Jun. Da Gucci Osteria, nella vivace Seoul, gli chef combinano le loro esperienze di viaggio nella Farinata, una piccola torta salata molto bassa fatta con la farina di ceci e condita da pomodori confit, stracciatella, capperi fritti e polvere di olive Peranzana. Ingredienti italiani come pomodori, olive, stracciatella, capperi e olio d’oliva, di cui Hyungkyu si è innamorato durante la sua prima visita in Italia, si uniscono alla fascinazione di Davide per la miriade di combinazioni di sapori di jeon, frittelle salate diffuse in tutta la Corea.

 

I diversi percorsi di carriera degli Chef di Gucci Osteria hanno portato molti di loro in giro per il mondo tra Europa, Nord e Sud America, e Asia, e i loro viaggi sono diventati ingredienti chiave della loro creatività culinaria. Con le parole di Karime e Taka: “Viaggiare è fondamentale… Viaggiare è cultura, è condivisione.

 

Viaggiare permette di coltivare una mente aperta e di imparare di più sugli altri, sulla loro cultura, abitudini alimentari e ingredienti.” Allo stesso tempo, Antonio, i cui viaggi lo hanno portato a girare il mondo, partendo dalla sua terra natale, l’Italia, e passando per cucine stellate in Francia e Danimarca, osserva come in Giappone abbia trovato delle tecniche e degli ingredienti completamente nuovi, permettendogli di “sviluppare un linguaggio culinario molto più diretto e preciso, fatto di sfumature e colori.”

 

I piatti diventano degli sguardi inaspettati sulle esperienze personali degli chef, rendendo ogni Gucci Osteria l’incarnazione del “viaggio”: il viaggio di sapori, degli chef e dei loro ricordi, che diventano uno scrigno pieno di storie da condividere con i loro ospiti.

I posti preferiti dei nostri chef

I nostri chef, basati tra Firenze, Tokyo, Beverly Hills e Seoul, condividono alcuni dei loro luoghi preferiti nelle città in cui si trovano. Scoprili durante la tua prossima visita ad uno dei nostri ristoranti Gucci Osteria:

 

Firenze, Co-Executive Chef Karime López e Takahiko Kondo: Giardino 25, caffè e cocktail bar di Gucci aperto tutto il giorno; Fiesole per una piacevole passeggiata in campagna; i giardini di Boboli e la Farmacia Santa Maria Novella per trovare l’ispirazione.

 

Seoul, Chef Hyungkyu Jun e Chef Davide Cardellini: Samcheong-dong, un quartiere di Seoul pieno di edifici tradizionali, vicoli e ristoranti; il Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea per una passeggiata tra le opere d’arte e una pausa di relax dalla vivace metropoli.

 

Tokyo, Executive Chef Antonio Iacoviello: Mercato del pesce di Toyosu nel distretto di Nihonbashi, con la sua storia di più di 500 anni e prodotti alimentari sempre freschi.

 

Beverly Hills, Head Chef Mattia Agazzi: Joshua Tree National Park, per fare una passeggiata al mattino presto o alla sera tardi e ammirare le stelle; Santa Barbara per il mercato ortofrutticolo e del pesce (dove Mattia, tra le altre cose, acquista i ricci di mare e altri prodotti freschi per il ristorante, direttamente da agricoltori e allevatori locali).